Oltre alle norme di tutela sanitaria, contenute nei comunicati specifici per il coronavirus emanati dal Ministero della Salute http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus e ai dati informativi della Protezione Civile http://www.protezionecivile.gov.it/attivita-rischi/rischio-sanitario/emergenze/coronavirus , si suggerisce sempre di consultare i siti ufficiali per essere aggiornati e non affidarsi al passaparola, alle fake news, ai messaggi vocali messi in rete, che spesso alimentano panico e visioni allarmistiche.
Avere una corretta informazione è importante per essere consapevoli e adottare comportamenti adeguati alle specifiche necessità.
E’ sempre utile ripetere che in questo momento bisogna restare il più possibile a casa, uscire solo per comprovati motivi (sanitari, di lavoro, di approvvigionamento alimentare o farmacologico), munendosi di modulo di autocertificazione (se non lo si può stampare, lo hanno comunque le forze dell’ordine, nel caso si viene fermati), seguendo le norme contenute nei Decreti emanati d’urgenza dal Governo centrale (DPCM 8 marzo https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/08/20A01522/sg e successivi del 9 e 11 marzo e altri, se ne verranno emanati ad ulteriore integrazione).
E’ consigliabile anche limitare la frequenza dell’informazione, per far sì che non diventi un accanimento ossessivo e pericoloso per il proprio equilibrio mentale. Qui vale la regola “poche, ma buone”, relativamente alle fonti ed alla quantità di informazioni ed anche ben distribuite durante l’arco della giornata (un notiziario al mattino, uno alla sera, meglio evitare in prossimità della notte se si è molto sensibili, per non turbare eccessivamente il sonno, di cui abbiamo tutti bisogno). Occorre dunque imparare a selezionare, dosare, distribuire con attenzione. Ma, allo stesso tempo, essere presenti alla realtà dei fatti, evitando forme di “diniego”, quel meccanismo di difesa che porta a banalizzare e sottovalutare i problemi, pensando “tanto a me non può capitare”. Il virus, in questo senso, è democratico: non fa distinzione di sesso, di razza, di età, di religione, di ceto sociale. Come ogni virus, certo, colpisce preminentemente le fasce più vulnerabili della popolazione, ma non solo, ci sono ormai tanti casi accertati di persone anche molto giovani ed in salute che ne sono stati colpiti. Quindi attenzione, tutti.
La “costrizione in casa” a cui ci troviamo obbligati ormai da giorni, può generare due ordini di problemi: il primo è il repentino cambiamento di abitudini e riferimenti, che destabilizza i nostri equilibri, minando le abituali certezze e rendendoci molto più tesi e nervosi, come fossimo in una gabbia invisibile. La impossibilità di avere il controllo delle situazioni è fonte di insicurezza e innalza la soglia della paura, attivando il circuito dell’ansia e favorendo risposte istintive, non sempre adeguate ad affrontare la realtà. Per arginare questo rischio, bisogna cercare di essere quanto più flessibili, allenando la propria capacità adattiva con creatività (ad esempio, cercare cose utili e/o piacevoli da fare in casa, per impiegare il tempo e renderlo significativo, non solo un tempo d’attesa che tutto ritorni normale, ma un tempo pieno, che preluda a una nuova normalità. Perché dopo questa esperienza non saremo più gli stessi. Quindi via libera alla fantasia, per affrontare questo problema. Pulite casa, rovistate nei cassetti e negli armadi, fate ordine, liberatevi di cose inutili e non più necessarie alla vostra vita. Usate l’arte per impiegare il tempo: musica, film, dipingere, creare con bricolage e tutto quanto di creativo vi può venire in mente. E poi comunicate con chi vi è vicino ed anche con chi vi è lontano, oggi per fortuna abbiamo tanti mezzi di comunicazione che abbattono le distanze e possono essere usati nel modo adeguato. E non perdiamo il sorriso, sorridete anche dei limiti e delle difficoltà che talvolta non sappiamo come affrontare, usiamo anche un pizzico di ironia, che non guasta, senza nulla togliere alla serietà del momento.
L’altro aspetto critico (ma anche tendenzialmente positivo) è che si infittiscono i rapporti all’interno delle famiglie, i cui membri sono costretti a vivere molto di più gomito-a-gomito, senza poter “evadere” dalla relazione. Ciò può far emergere tensioni sotterranee, mettendo in discussione precedenti equilibri e determinando altre due possibili conseguenze: i problemi relazionali potrebbero essere meglio risolti, perché finalmente affrontati e non evitati; oppure si possono provocare ulteriori criticità, con aumento del livello di tensione e ansia ed eventuali “fratture” a livello relazionale. Tutto questo potrebbe richiedere la consulenza ed il sostegno di personale tecnicamente preparato a fornire aiuto per i disagi relazionali. Quindi impariamo a curare le relazioni.
Un ultimo suggerimento, questo rivolto a tutti : impariamo ad essere comunità. In questo momento così difficile ci viene data, seppur costrittivamente, l’opportunità di renderci conto che “gli altri siamo noi”, aumentando il senso civico e la capacità di rispetto per sé stessi e per gli altri, insieme.